Le procedure di infiltrazione articolare consistono in tecniche terapeutiche che prevedono l’iniezione di uno specifico farmaco all’interno di una o più articolazioni, di norma allo scopo di ridurre processi infiammatori – e il conseguente dolore – che possono interessare un’intera articolazione o anche un nervo o un tendine.
Attualmente le infiltrazioni articolari sono ampiamente diffuse grazie alla loro bassa invasività, allo loro sicurezza e all’ottima tollerabilità connessa alla loro somministrazione. Questo tipo di terapia di solito utilizza farmaci antinfiammatori, a base di cortisone, anestetici locali oppure soluzioni di acido ialuronico. Quest’ultimo preparato ha riscosso particolare consenso permettendo di “lubrificare” l’articolazione danneggiata dal trauma, dall’usura o da fattori genetici. Ultimamente, nelle infiltrazioni articolari si utilizzano anche “Fattori di Crescita Piastrinici” (particolari preparati “biologici” studiati “ad hoc”). I PRP o le cellule staminali, hanno lo scopo di favorire ed accelerare la riproduzione cellulare (condrociti, osteoblasti, ecc.), di lenire l’infiammazione e di aiutare i tessuti durante il loro processo di riparazione.
Come si eseguono
Le procedure di infiltrazione articolare consistono nell’iniezione di un farmaco in una articolazione, a diretto contatto con la parte che presenta una infiammazione o uno stato doloroso. Per fare questo, si utilizzano particolari aghi la cui punta penetra leggermente nella cavità articolare iniettando il farmaco che si distribuisce poi in modo uniforme nell’area interessata dal dolore. Talvolta, particolari articolazioni richiedono l’utilizzo di aghi da insulina a causa delle loro strutture anatomiche.
Infiltrazioni articolari ecoguidate
Solitamente, le infiltrazioni articolari vengono “guidate” da un esame ecografico che permette di individuare con precisione l’area che presenta l’infiammazione ed i relativi punti da “trattare”.
Effetti benefici
Il principale risultato che si ottiene è una immediata diminuzione del dolore della parte interessata. Ma il farmaco ha anche l’obiettivo di ridurre l’infiammazione, producendo effetti benefici a lungo termine visto che esso viene rilasciato nei tessuti piuttosto lentamente. Nelle ventiquattrore seguenti all’iniezione, è consigliabile rimanere a riposo. Di solito, l’infiammazione diminuisce in tre o quattro giorni ed il paziente è in grado di eseguire nuovamente i movimenti e le attività che erano state impedite.